La storia
La nascita dell’Opera intitolata ad Edoardo Agnelli
Quando si abbatte come fulmine sul Senatore Agnelli la tragica morte dell’amatissimo suo Edoardo (perito in un incidente aereo con il pilota Perrarin nel 1935), egli non riusciva più a trovare conforto al cuore straziato. Passato qualche tempo venne a farmi visita per espormi un suo disegno. Aveva in animo di creare una istituzione popolare che intitolata al figliuolo ne perpetuasse la memoria: lo pregai di lasciarmi riflettere sulla sua proposta prima di manifestargli il mio pensiero.
“Torino – gli dissi poi – si avvia ad essere il primo e più potente centro , industriale d’ltalia.
A Torino, ch’è la culla dell’Opera Salesiana, convengono, sempre più numerosi anche Figli, Allievi, Ex-Allievi, ammiratori, amici di Don Bosco. Penso che se nella nostra Città sorgesse un Istituto Meccanico di carattere, oltre che nazionale, anche internazionale, in esso potrebbero educarsi, non solo soggetti nostri e del luogo, ma altri pure provenienti da ogni paese bramosi di completare la loro cultura e tecnica professionale. Ritornando alle loro terre porterebbero negli occhi la visione della grandiosità della Fiat e sarebbero ovunque efficaci divulgatori della sua imponente produzione e meravigliosa attrezzatura”.
Il Senatore annuì con entusiasmo e approvò i progetti.
Tratto dal’opera di Don Bosco a Torino-Mirafiori di don Oddone Pelli.
- Il Regio Decreto
- La posa della prima pietra
- La Costruzione
- La prima celebrazione
- L'avvio della Scuola
- Il bombardamento del 43
- Il nuovo palazzo della Scuola
- Lo sviluppo edilizio dell'Agnelli
Domenica 3 luglio 1938
Verso le ore 17, appositi servizi tramviari ed automobilistici trasportarono al Corso Stupinigi, non lungi dalle gigantesche costruzioni della nuova Fiat, i nostri 700 alunni artigiani e studenti della Casa-madre ed i nostri aspiranti missionari dell’Istituto “Conti Rebaudengo” con tutti gli Ispettori e delegati al Capitolo Generale.
I giovani entrarono nell’ampio spiazzo di terreno destinato alle costruzioni, al suono delle loro bande, che attirarono gli abitanti delle case più vicine ed una frotta di fanciulli dalle case popolari confinanti.
All’ora fissata convennero le autorità; con il Rettor Maggiore, c’erano tutti i superiori del Capitolo e S. E. l’Arcivescovo di Cuyabà (Mato Grosso, Brasile) Mons. Francesco de Equino Correa, salesiano.
L’arrivo dell’Em.mo Cardinale Arcivescovo fu salutato dalle bande e da calorosi applausi.
Dopo il canto di Giovinezza si levò subito signor Don Ricaldone, il quale illustrò, in un elevato discorso, l’alto scopo della duplice istituzione offerta dal creatore della Fiat l’On. Sen. Giovanni Agnelli in memoria del figlio avv. Edoardo: un ampio Oratorio con pubblica chiesa per la cristiana educazione dei figli delle maestranze della Fiat, ed un modernissimo Istituto Internazionale di Elettromeccanica per la formazione dei tecnici salesiani di tutte le parti del mondo.
Frequentemente interrotto dagli applausi, il Rettor Maggiore rievocò la cara figura del compianto avvocato ed esaltò l’illuminata e generosa beneficenza del Senatore, traendo dalla benedizione di Dio i migliori auspici per il successo dell’Opera. L’inno di Don Bosco preluse al sacro rito. L’Economo generale dott. don Fedele Giraudi diede lettura della pergamena, che tutte le autorità passarono a firmare.
IN NOMINE CHRISTI – AMEN
Nel giorno 3 del mese di Luglio, dell’anno del Signore 1938 – XVI dell’Era Fascista – II dell’Impero – essendo Pontefice della Santa Romana Chiesa Sua Santità Pio XI; Sovrano d’Italia Sua Maestà Vittorio Emanuele III di Savoia – Re ed Imperatore; Capo del Governo e Duce del Fascismo Sua Eccellenza il Cav. Benito Mussolini; Arcivescovo di Torino Sua Eminenza il Cardinale Maurilio Fossati dal titolo di San Marcello; Prefetto per la Provincia di Torino Sua Eccellenza il Cav. di Gran Croce Dottor Pietro Baratono; Podestà per la città di Torino il Dottor Cesare Giovara; Rettor Maggiore della Pia Società Salesiana il Rev.mo Signor Don Pietro Riccaldone; presenti, con le Autorità civili della Provincia ed Ecclesiastiche dell’Archidiocesi e con i membri del Consiglio Generalizio Salesiano, tutti gli Ispettori e Delegati componenti il XV Capitolo Generale Salesiano, in Torino, sul Corso Stupinigi, presso presso le nuove e grandiose officine F.I.A.T., il Cardinale Maurilio Fossati, con solenne pompa liturgica, poneva la pietra fondamentale dell’Istituto Internazionale Edoardo Agnelli per le scuole professionali di elettromeccanica. Diceva il discorso di occasione il Rettor Maggiore della Società Salesiana illustrando l’alto significato della cerimonia, la munificenza e la nobile paterna pietà dell’On. Senatore Giovanni Agnelli che il nuovo Istituto volle eretto alla memoria del figlio Avv. Edoardo.
Deposta la Pergamena in un astuccio metallico, il Cardinale Arcivescovo benedisse il blocco di granito che scese lentamente nelle fondamenta. La cerimonia si concluse al canto degli inni patriottici, lasciando nel cuore di tutti le più care speranze per l’avvenire di quella zona cittadina che si può ben chiamare la “città del lavoro”.
Dal “Bollettino Salesiano” – Download
del 1° Agosto 1938
In un primo momento era prevalsa l’idea di una Scuola Agricola da costruirsi in zona “Mille-fonti”, dove allora si allineavano in bell’ordine gli orti che alimentavano di verdure fresche i mercati cittadini. Accantonata questa, prevalse invece la proposta di mettere a disposizione un certo terreno nelle vicinanze del nuovo grande stabilimento automobilistico, che stava sorgendo sulla demolita scuderia “Gualino” e rispettivo parco di fronte all’ippodromo di Mirafiori, per erigervi una Scuola di Addestramento Professionale per i futuri operai della Fiat. Questo era divenuto ormai il sogno per entrambi.
Il progetto fu affidato all’arch. Giulio Vallotti, coadiutore salesiano, già noto per avere assegnato il nome ad insigni opere architettoniche: il Santuario della Madonna di Lourdes al Selvaggio di Giaveno, il Santuario di Santa Rita a Torino, l’ampliamento della Basilica di Maria Ausiliatrice a Valdocco.
Con uno sguardo al futuro e quindi con un’ampiezza di veduta meravigliosa, su di un’area di mq. 40.000 dovevano sorgere:
-prospiciente via Paolo Sarpi un edificio di tre piani da destinare ad Oratorio con Chiesa a mezzogiorno e salone-teatro a mezzanotte;
–sull’allora Corso Stupinigi (ora Corso Unione Sovietica) un altro grandioso edificio con seminterrato e tre piani fuori terra per aule scolastiche ( l’ultimo piano doveva essere adibito ad abitazione dei salesiani);
–sull’angolo di corso Stupinigi con l’attuale corso Cosenza la facciata sul primo di una grande Chiesa-Santuario con i caratteristici due campanili;
–sul secondo la fiancata della Chiesa continuata da un edificio anche a tre piani per ambienti da destinarsi alle opere di carattere pastorale e, nella evenienza delle circostanze, parrocchiale.
Le officine di addestramento dovevano occupare invece parte dell’area in continuazione all’edificio dell’ Oratorio su via Paolo Sarpi. Tra un edificio e l’altro dovevano stendersi ampi cortili.
Si diede inizio ai lavori con la posa della prima pietra il giorno 3 luglio 1938. AD ottobre del 1940 si era quasi alle finiture dell’attuale parte occupata dall’Oratorio con la Chiesa e il teatro. Nel frattempo si formava la prima comunità salesiana diretta dal primo direttore. don Pellegrino Giovanni . Con molta semplicità e povertà i Salesiani si aggiustarono nella vecchia casetta, una volta Trattoria del Gallo che si trovava sulla Strada Comunale da Grugliasco a Moncalieri affiancata da una “bealera”.
Più volte Don Bosco vi era entrato per prendere fiato quando andava dai giovani alla “Generala” e quando si recava a Stupinigi.
A lavori ultimati si pensò all’inaugurazione, Il 19 aprile 1941, nel pomeriggio, il Card. Maurilio Fossati, allora arcivescovo di Torino, presente il Sen. Agnelli e i nipoti, benediceva la nuova Chiesa. Durante la cerimonia i chierici del Pontificio Ateneo Salesiano di via Caboto, sedendo all’organo “Hammond” (il primo costruito dalla Microtecnica) il M. Pagella e dirigendo il coro don Grosso, i salesiani eseguirono mottetti sacri polifonici. Il giorno seguente don Ricaldone celebrava la Santa Messa nella nuova Chiesa in suffragio di Edoardo Agnelli, presente il Senatore e i familiari.Il Card. Vincenzo La Puma dopo la Messa passava a benedire i locali.
Successivamente venne donato dalla famiglia Agnelli, per opera dello scultore Rubino, l’imponente scultura in marmo, raffigurante don Bosco e la sua vita.
Articoli tratti da L’opera di Don Bosco a Torino-Mirafiori di don Oddone Pelli.
Era il 19 aprile 1941 quando, sul far della sera, «il sig. Cardinale Maurilio Fossati raggiunse la zona periferica di Mirafiori per benedire la cappella dell’oratorio Edoardo Agnelli dedicata a don Bosco ed aprirla al culto», racconta il Bollettino Salesiano del maggio 1941. Alla cerimonia assistettero il senatore Giovanni Agnelli con tutta la famiglia e il Rettor Maggiore don Pietro Ricaldone, accompagnato dai superiori del Capitolo. La mattina del 20 aprile la solenne celebrazione fu presieduta dal Rettor Maggiore assistito dal Cardinale Vincenzo La Puma il quale, al termine della funzione, passò a benedire i locali dell’oratorio e il busto del compianto Edoardo Agnelli. Sempre il Bollettino Salesiano riporta che «la nuova chiesa, costruita dall’architetto Giulio Valotti, è in stile neoromanico; sull’altare, che è uno sfoggio di marmi policromi, domina la pala di San Giovanni Bosco che ornò l’altare del Santo fino al gennaio scorso nella basilica di Maria Ausiliatrice». Infatti il monumento marmoreo dedicato al fondatore dei salesiani presente tutt’ora nel presbiterio, sarà posizionato al posto del quadro del Crida (trasferito a Genova Sanpierdarena) soltanto tredici anni dopo.
Un pò di storia………..
Organizzate le attività oratoriane, il pensiero doveva andare necessariamente alla scuola per dare modo ai giovani di apprendere con una cultura ufficiente anche un mestiere. Fu celto un tipo di scuola che si addicesse al luogo e al tempo: la scuola a arattere aziendale diurna e serale.
Il 10 settembre del 1943 con 15 allievi 3 iscritti al 1° corso e 8 al 2° corso ebbe inizio la scuola serale.
Il 4 ottobre anche la scuola diurna, anche se i ragazzi non erano molti, ma tutti volenterosi di apprendere. Alla scuola si aggiunse la mensa aziendale perchè i tempi correvano difficili e per molti faceva difetto il necessario per sostentarsi. La guerra, che infieriva ormai da qualche anno, era una remora alle iniziative e non avrebbe mancato di lasciare anche qui la sua triste impronta.
Terminato il primo anno che possiamo dire di collaudo, la Scuola doveva meglio impostarsi perchè le idee andavano sempre più schiarendosi e le esperienze fatte potevano indicare meglio la via da seguire. Il numero degli allievi con la fine della guerra aumentò notevolmente.
Nell’anno scolastico 1947-1948 un nuovo direttore, don Augusto Rossi, sostituisce don Biancotti ormai alla fine del suo sessennio e la Scuola comincia cosi ad assumere un suo aspetto preciso: Corso di Avviamento Professionale, tipo Industriale . Aumentato il numero degli allievi, occorreva anche un ampliamento dei locali. I laboratori con i banchi di aggiustaggio, sistemati nelle sale del pianterreno, non erano più sufficienti
Era necessario attuare il progetto della costruzione di tre capannoni. Alla proposta acconsentì volentieri l’avv. Gianni Agnelli che, come rappresentante della famiglia, si mostrò ben disposto a continuare l’Opera. I lavori ebbero inizio alla fine di ottobre del 1947.
I capannoni sul limite nord del cortile, adibito a campo di pallone, con l’anno scolastico 1948-49 entravano già in funzione. Nel capannone più vicino al teatro venivano collocate le macchine (torni, trapani, fresatrici, ecc.. .) donate dalla Fiat. In quello di mezzo venivano sistemati gli scalda- vivande e le tavole della mensa e in quello più esterno i banchi di aggiustaggio con le rispettive morse.
Il corso di Avviamento sembrava non sufficiente a dare una formazione tecnica completa al giovane. Qualcuno giustamente pretendeva di più. Si organizzò quindi un Biennio Tecnico, al quale potessero accedere gli allievi in possesso della licenza di avviamento.
14 novembre 1943. E’ la data più nefasta che sottolinea la cronaca della casa.
Verso le 21 due colpi secchi e profondi annunciano una vicina incursione aerea.
Come altre volte i rifugi li fortuna accolgono i confratelli e le persone che abitano nelle case vicine. Gli apparecchi ronzano nell’aria e ricercano ansiosamente i bersagli.
Cinque bombe vengono sganciate sull’edificio dell’oratorio. Due cadono sulla Chiesa che viene sbrecciata sulla fiancata di mezzogiorno. Non c’è dubbio! Per il polverone, che toglie il respiro a quelli che sono nei rifugi, si intuisce che qualche cosa di grave è accaduto. Al cessato allarme, i primi ad uscire dai rifugi si rendono conto del disastro. Non si vede più che un cumulo di macerie. Non più il bello e accogliente edificio progettato con tanta arte: nessuna vittima, ma che pena! Solerte e quanto mai encomiabile fu l’opera di tutti per sgomberare al più presto le macerie e ricuperare il ricuperabile.
Il salone-teatro, rimasto pressoché intatto, diventa il nuovo locale-chiesa. I vani riattabili si ripuliscono e si riordinano nel migliore dei modi. Il 9 dicembre la scuola può riprendere regolarmente, pur tra tanti disagi. Gli alunni presenti -nota la cronaca- sono trentuno.
Una curiosità: a 65 anni da questo bombardamento un gruppo di studenti dell’Istituto Agnelli in gita a Londra, visita il museo della R.A.F (Royal Air Force) che vantava una ricca raccolta di aerei risalenti anche alla seconda guerra mondiale. Ecco la sopresa. Si scopre dagli archivi del museo che il quadrimotore Lancaster Mk1. R5868/7325M nel novembre del 43 aveva preso parte ai bombardamenti sugli impianti Fiat. Evidentemente venne scambiato l’Oratorio con uno degli impianti Fiat. Il bombardiere è ancora esposto al museo della R.A.F.
L’aumento rimarchevole di allievi imponeva la necessità di un nuovo edificio scolastico più adatto. Si iniziarono i lavori nell’agosto 1951.
La direzione Costruzioni e Impiantì Fiat incaricava l’arch. Albertini, il quale, dietro suggerimento di don Rossi, progettava un lungo edificio a tre piani più un seminterrato da elevare sull’area lungo corso Unione Sovietica. Nell’ottobre 1952 la Comunità Salesiana lasciava definitivamente la vecchia casa, dimora di emergenza, e si trasferiva nel nuovo palazzo e con l’inizio del nuovo anno scolastico i giovani trovavano posto in aule ampie. All’inaugurazione prese parte anche l’avv. Giovanni Agnelli, che venne accompagnato dal Rettor Maggiore dei Salesiani, don Renato Ziggiotti, nella visita ai nuovi locali.